Impossibile non distrarsi

Impossibile non distrarsi.
Si combatteva, un tempo,
con spade e armature,
eserciti di guerrieri,
di uomini audaci
che si affrontavano senza timore
anche per la gloria.
Eppure morivano.
 
Ed io, stolto,
qui a pensare che un’armatura bastasse.
Impossibile non distrarsi.
La vita è un’illusione,
un buon cocktail di emozioni,
che abbassi un po’ lo sguardo
e ti ritrovi ubriaco.
 
Il treno dei dolori.
Quello sì, passa ogni quarto d’ora.
A volte ha un sol vagone
e sfila rapido.
Un piccolo sobbalzo al cuore
per lo spavento, inaspettato.
A volte passa senza una ragione,
non l’hai cercato,
ma lui è lì
e qualcuno, oggi, se n’è andato.
Prima o poi, ognuno lo incontra.
Impossibile non distrarsi.
 
Il treno dei dolori,
un irresistibile genio senza età
che quando poi la indossi
lei, la maschera di ferro,
decide di ingannarti
e passa alla stazione
“Ciao Amore”
E tu che fai? Non Sali?
Resto fermo
e ascolto un po’ di musica.
“Io quel treno non l’ho visto”.
Impossibile non distrarsi.
E bevo un po’ di vino.
 
Piove.
L’inganno è ormai compiuto.
Sei salito su quel treno,
bambino,
hai bevuto ancora troppo
e domani tornerà a cercarti,
il rimorso.
Impossibile non distrarsi.
Impossibile ora concentrarsi,
col cuore che riaccende
quella vecchia cicatrice,
confusa.
Guardo dentro per vedere
se era lei
o il solito capriccio,
impossibile da controllare,
impossibile da realizzare.
 
Scendo in fretta,
col respiro un po’ pesante.
“Sorridi!”
Oggi ho fatto pure il pieno,
oggi sì che ho voglia di guidare,
non di essere portato.
FABRIZIO CELLI, ROMA 11 MARZO 2013