Fuga nella fantasia

Attenzione: contiene linguaggio forte

Non puoi lasciarla volar via,
la Fantasia ha le ali pesanti.
Guardi la strada, buia,
i lampioni bagnati dal fango
tra le puttane che gremiscono i marciapiedi
e tre straccioni che beffeggiano la morte.
Non ci sono più angeli nelle strade,
sono andati via tutti, il vino è finito.
Avanti oste.
Piange una donna la sua tristezza,
il suo stupro,
in ginocchio nel sangue appestato,
tra mille passanti che guardano il cielo per sentirsi puliti.
Piange una bimba il padre ammazzato,
il suo orsacchiotto è lì a consolarla,
i suoi occhioni spenti,
il suo pigiama, un manto di rose,
e quel coltello che ha segnato i suoi giorni.
Non c’è più Dio a separare le acque,
ma gli scarafaggi a ingurgitarne i resti.
Non vuoi lasciarla andar via,
la Fantasia è lontana dall’uomo.
Sotto quel chiosco una siringa s’asciuga
tra un fazzoletto imbrattato di rosso
ed un ragazzo col viso scavato.
Due negri ubriachi scoppiano un vetro
ma uno di loro non vedrà più il mattino.
Fuoco,
fuoco che vince la pioggia,
fuoco che disinfetta i peccati,
solitudine che tormenta la miseria.
Apri la porta di casa e provi a volare con lei,
la tua Fantasia,
provi a volare da lei, che ancora ti sfugge,
il suo profumo,
a riempire quel vuoto
di dolore, di compassione.
Di rinunce.
E tracanni l’ennesimo amaro.
FABRIZIO CELLI, ROMA 01 GIUGNO 2013